Se pensiamo al tema design provocatorio, la mente vola subito a loro: lo storico gruppo Memphis. In effetti, rispondendo istintivamente, come potremmo pensare ad altro?
Piccolo ripasso: il gruppo Memphis – nato a Milano nei primi anni Ottanta – era un collettivo di designer e architetti fondato da Ettore Sottsass, tra cui possiamo ricordare figure come Michele de Lucchi, Aldo Cibic, Matteo Thun, Alessandro Mendini, George Sowden, Andrea Branzi e altri ancora.
Il preciso intento del collettivo era quello di creare un’alternativa al design minimale dell’epoca, ritenuto senza personalità.
Il design del gruppo Memphis – quindi – doveva replicare con forza ai canoni in uso, cioè scardinarli con prodotti eccentrici e provocatori, estremamente colorati e caratterizzati da geometrie degne di nota.
Nel gruppo Memphis troviamo l’innegabile influsso dell’arte pop e futurista. E altrettanto innegabile è l’impatto che il collettivo ha avuto e l’eredità che ha lasciato nel mondo del design, anche dopo il suo scioglimento avvenuto nel 1988.


Bene, dopo queste premesse, è tempo di parlare di alcuni prodotti più o meno contemporanei che di certo non passano inosservati per il loro design provocatorio.
Finora abbiamo parlato del collettivo Memphis, adesso andiamo un poco oltre: sebbene i prodotti che vedrete non appartengano al movimento del design provocatorio per eccellenza, credo ne abbiano assorbito lo spirito.
Se avete in mente di mettere in casa o nei vostri uffici qualche oggetto non troppo politically correct, questo è l’articolo giusto. Perché bisogna saper provocare, ma con stile!
Ready? GO!
La collezione di lampade Guns di Philippe Starck per Flos
In questo progetto, Starck sottolinea e denuncia la relazione sempre presente – e spesso troppo forte – tra l’uomo e le armi.
“La nostra vita non vale che una cartuccia. La Gun Collection non è che un segno dei tempi. Abbiamo i simboli che ci meritiamo”, afferma lo stesso Philippe Starck.
Mani in alto, la potete trovare qui.



Le sedie Him & Her di Fabio Novembre per Casamania
Una rivisitazione provocatoria di un’icona del 1960, la Panton Chair, che in questo caso nello schienale si fa vanto della forma nuda di un corpo maschile nella versione Him e di un corpo femminile nella versione Her. A metà tra arte e design. Di sicuro anticonvenzionale.
Su quale vi sedereste? Le potete trovare qui.



La lampada Kong di Stefano Giovannoni per Qeeboo
Un’icona cinematografica dal 1933, una belva cattiva e spaventosa che si trasforma in un eroe buono, utile e amico. Una lampada orientabile alta 1,40 metri – ma ne esiste anche una versione più piccola – capace di indicarci la via nel buio più profondo.
Forse, nessun cattivo è destinato a restare per sempre un cattivo.
Kong Kong, chi è? La potete trovare qui.



La poltrona Shit di Toiletpaper Magazine per Seletti
Toiletpaper Magazine è stata fondata nel 2010 da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, e il loro approccio al design non poteva che essere in linea con il loro stile. Shit è una poltrona dal design anni Cinquanta caratterizzata da una fodera che – per utilizzare un eufemismo – non ci si aspetta nelle dinamiche di un buon salotto. In perfetto stile Toiletpaper.
La potete trovare qui, ma non ditelo ai puritani.



Nipple Ceremony di Matteo Cibic e Antonio Piccirilli
Una collezione di oggetti per la tavola dedicati al tè che – come dice Matteo Cibic – si lascia ispirare “dalla grazia delle forme del seno femminile”. Matteo è figlio di Aldo Cibic del gruppo Memphis, poteva anche lui non essere un provocatore?
La potete trovare qui, con tutte e due le mani.


La sedia Thin Black Lines di Studio Nendo per Philips de Puri
Un’edizione limitata che non potevo escludere dalla lista di design provocatorio. Una seduta fuori dagli schemi che si crea nelle sue forme semplicemente attraverso l’evolversi di una sottile linea nera. La Thin Black Lines ci provoca sottilmente e ci sorprende, rivoluzionando il concetto di volume a cui siamo abituati. Minimal, estremamente giapponese.
La potete trovare qui, arigatou!


La lampada Giraffe in Love di Marcantonio per Qeeboo
Questa lampada è una giraffa “vera”, nel senso che è a grandezza naturale: ben 4 metri (anche se esistono versioni a dimensione ridotta). La giraffa tiene in bocca uno chandelier dallo stile classico. Una provocazione scultorea contemporanea, monumentale e ironica allo stesso tempo. È capace di lasciare a bocca aperta chiunque, perché osa.
Se allungate il collo, la potete trovare qui.


Cosa ne pensate? Certo, si tratta di prodotti estremamente particolari, che – però – se inseriti con attenzione in un ambiente, donano un carattere a dir poco eccezionale! Lo ribadisco, bisogna saper provocare, ma con stile.
Se questa lista vi sembra incompleta è perché ora tocca a voi aggiungere i prodotti più provocatori che vi vengono in mente. Osate, provocate, stupitemi!
I vostri suggerimenti
Parlando con voi di questi prodotti provocatori sul mio profilo Instagram, è venuta fuori davvero una bella conversazione, ricca di opinioni e di spunti.
Ecco, quindi, quattro prodotti suggeriti da voi che entrano di diritto tra i prodotti di design più provocatori.
La Do hit chair di Marijn van der Poll
Un box di metallo e un martello così che ognuno possa, colpendo il box, plasmare, realizzare e dare forma alla propria seduta.
Così, siamo tutti designer?
Grazie a Luca Pinotti (@luca_pinotti) per averci suggerito questo prodotto, che potete trovare qui.


POPek, il cane palloncino di Whatshisname
Interamente realizzato in fibra di vetro, è un prodotto divertente e giocoso, capace di attrarre e stupire. In cosa ci provoca? La posizione e l’azione non sono certo tra le più ortodosse che possiamo condividere con gli altri, non trovate?
Grazie a Dunia Demi Architettura (@duniademi_architettura) per averci suggerito questo prodotto, che potete trovare qui.


Le lampade Tits di Studio Job
Lampade da parete in vetro soffiato e metallo. Con questo prodotto, iconico e irriverente, lo Studio Job va oltre i confini del classico buon gusto dando vita a un prodotto che diventa una via di mezzo tra la funzionalità e un immaginario intramontabile.
Grazie a Riccardo Basilico (@basilicoriccardo1989) per averci suggerito questo prodotto, che potete trovare qui.


La long chair Pratone di Giorgio Cerretti, Pietro Derossi e Riccardo Rosso
Un progetto di inzio anni Settanta (1971) che gli stessi designer descrivono così “un oggetto per il riposo singolo e collettivo, instabile, sempre da conquistare per l’elasticità del materiale”. Divertente, ironico e rivoluzionario soprattutto per quegli anni, Pratone è appunto un “pezzo di prato” riprodotto in grande scala, componibile, volendo all’infinito, che entra nelle nostre case.
Grazie a Gerry (@gi_rai_) per averci suggerito questo prodotto, che potete trovare qui.

