“Nel segno dell’armonia e del rinnovamento”, Livio Sassolini racconta l’azienda Busatti

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Per raccontare al meglio un’azienda, serve viverla dall’interno, respirarne l’atmosfera lavorativa, farsi portavoce dei suoi valori. Ecco perché ho fatto qualche domanda a Livio Sassolini, amministratore di Busatti srl, azienda che vanta una tradizione di 8 generazioni di tessitori in Toscana.

L’intervista a Livio Sassolini, amministratore dell’azienda Busatti

Quante persone lavorano in Busatti e come è gestita l’attività produttiva?

La Tessitura Busatti conta all’incirca una ventina di collaboratori. Nel corso del tempo abbiamo sviluppato personale ad alto contenuto di competenze in ogni settore. E grazie anche allo spiccato spirito di iniziativa dei nostri collaboratori abbiamo avviato processi innovativi che nel corso del tempo ci hanno permesso di affrontare in anticipo le problematiche che poi si sono realizzate.

Quanto è forte il valore della tradizione per Busatti?

All’interno della Busatti consideriamo la tradizione come “la vivacità del passato che anima il presente”. Ci sentiamo come una solida quercia che affonda le radici nella storia ma che è proiettata verso il futuro. Della nostra tradizione tessile perpetuiamo la qualità dei nostri prodotti, il rispetto per l’ambiente naturale e sociale nel quale operiamo, l’attenzione alle persone.

Cesare e Francesca Busatti nel giardino della loro villa
Cesare e Francesca Busatti nel giardino della loro villa

Come ci si sente quando un tessuto Busatti varca i confini nazionali e arriva dall’altra parte del mondo per arricchire una tavola o completare una stanza?

Siamo sempre molto felici e orgogliosi delle nostre produzioni, sia delle linee classiche che nuove. Esportiamo circa l’80% dei nostri tessuti, m spedire in tutto il mondo le nostre creazioni è sempre una grande emozione. 

8 generazioni che si sono susseguite dal 1942, qual è il segreto dei Busatti?

Dal 1842 tessiamo nelle cantine di Palazzo Morgalanti ad Anghiari, in Toscana. La proprietà è da sempre nelle mani della famiglia Busatti che nel corso dei secoli ha saputo gestire l’azienda anche in momenti difficili e incerti come l’unificazione italiana del 1860 e le due guerre mondiali. Ci sono stati momenti molto intensi e difficili, ma siamo sempre riusciti a rialzarci e adesso viviamo un bel periodo nel segno dell’armonia e del rinnovamento.

Siamo sempre riusciti a rialzarci e adesso viviamo un bel periodo nel segno dell’armonia e del rinnovamento

I giovani Sassolini Busatti negli anni 30

Come scegliete le colorazioni e i pattern dei tessuti?

Il designer della Busatti è mio fratello Stefano. Appassionato di colori e geometrie fin da bambino, si divide tra l’impegno in azienda e l’insegnamento allo IED (Istituto Europeo del Design). Da questo gennaio è anche responsabile del nuovo dipartimento Ricerca e Sviluppo che abbiamo creato in seno all’azienda.

Cosa consigliereste ai giovani che vorrebbero approcciare il mondo dell’artigianato?

Siamo una azienda a tutti gli effetti ma il nostro cuore e la nostra indole è sempre quella dell’artigiano: attenzione alle materie prime, cura delle creazioni come fossero figli, cuore prima del portafoglio. L’artigianato è un mondo magico e bellissimo, ma un giovane che desideri intraprendere questo percorso non può oggi fare a meno di confrontarsi con un mercato globale e i nuovi strumenti digitali. Impensabile non crearsi una reputazione digitale e profili sui social che siano riconoscibili e accattivanti. La qualità della creazione deve essere sempre elevata, ma al contempo la stessa attenzione deve essere rivolta alla comunicazione.

“Impensabile non crearsi una reputazione digitale

Qual è il vostro rapporto con la Toscana e con il territorio che ha fatto un po’ la vostra storia?

Anghiari è famosa per l’affresco perduto di Leonardo da Vinci che ritrae l’omonima Battaglia. Nella pianura di Anghiari il 29 Giugno 1440 si fronteggiarono le truppe della Repubblica di Firenze, acquartierate ad Anghiari, e quelle del Ducato di Milano. Firenze trionfò e il Rinascimento esplose in tutto il suo splendore, si dice infatti che se l’esercito lombardo fosse arrivato a Firenze la città non avrebbe avuto il fermento culturale che la rese celebre nel mondo. Da allora siamo toscani e ce lo sentiamo nella pelle. La Toscana permea il nostro modo di vivere e di pensare.

Il Financial Times vi ha dedicato un reportage: qual è il vostro rapporto con la notorietà e con i vostri clienti vip?

La tessitura Busatti è una piccola realtà, ma la nostra grande attenzione e serietà nella scelta delle materie prime e lavorazione ci ha permesso di diventare una nicchia di eccellenza nel tessile. Abbiamo la gioia di poter collaborare con chef famosi e personalità della moda, dell’arte e del cinema. Ma noi siamo quello che eravamo, artigiani operosi e orgogliosi di portare avanti una tradizione secolare all’interno di un borgo stupendo, quello di Anghiari.

C’è una ricetta per mantenere longeva la vostra voglia di migliorarvi?

Onestamente ci divertiamo. Ci piace incontrare gente, sviluppare nuovi progetti, metterci in gioco. Credo che l’alchimia sia un po’ questa, nuove idee da sviluppare assieme a tutti i nostri collaboratori che sono la vera ricchezza e il segreto della Tessitura Busatti. Una squadra sempre all’avanguardia e ricca di stimoli e suggestioni.

“I nostri collaboratori sono la vera ricchezza e il segreto della Tessitura Busatti”

Quale parola viene in mente dicendo Busatti?

Sicuramente la prima cosa alla quale penso se dico Busatti sono le tante persone che nel corso dei secoli hanno collaborato con la nostra famiglia, rendendo la Tessitura Busatti qualcosa di unico e irripetibile.

La foto simbolo del passaggio generazionale della famiglia Busatti

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