Take your social seriously è il primo evento formativo che ho organizzato insieme al mio team. #Tyss, questo il nome abbreviato, ha fatto la sua prima tappa a Milano, con un seguito di oltre 60 professionisti, due guest d’eccezione e tanti ospiti speciali che ci hanno raggiunto durante il talk finale.
Le emozioni sono state tante, prima su tutte l’aver riempito la sala eventi dello Starhotels Ritz con professionisti venuti da tante province italiane. È stato incredibile vedere il palpitante interesse dei partecipanti. C’è stata un po’ di strizza iniziale, lo ammetto, ma tutto è filato liscio ed è stato un piacere ricevere tante parole di stima e apprezzamento.




La giornata formativa è nata con l’intento di avvicinare il mondo del design a quello dei social media e della comunicazione digitale. In uno scenario mutevole e variegato come quello odierno, Tyss ha voluto dettare delle linee guida per orientarsi nel mare magnum della rete e trovare la voce per raccontarsi o raccontare la propria azienda in modo unico.

Ad apportare valore aggiunto a Take your social seriously sono stati chiamati a intervenire Cristiano Carriero, giornalista e storyteller che ci ha guidati nel fantastico mondo dello storytelling, e Andrea Antoni, grafico e ideatore del progetto su STAILtone.


Durante il corso sono emerse numerose tematiche, ecco perché ho pensato di riassumere in 10 punti i concetti principali che abbiamo affrontato.
Iniziamo.
#1 L’online non è più prescindibile quando si parla di comportamenti di consumo
Il 74% dei consumatori identifica il passaparola e le informazioni trovate in rete come driver chiave quando valuta di effettuare un acquisto. L’online abbatte le pareti dei negozi, aumentando esponenzialmente i punti di contatto tra azienda e potenziali clienti.


#2 Imprese e organizzazioni devono considerare la comunicazione digitale una risorsa primaria e strategica capace di creare essa stessa occasioni di business
Come trovare il giusto modo di comunicare la propria azienda per risultare di interesse per il pubblico di riferimento? Costruendo e gestendo le relazioni di marca, attraverso la creazione di esperienze di valore e di qualità. Ma non solo. Anche stabilendo una brand voice che sia memorabile e caratterizzante, soprattutto sul piano delle esperienze.
#3 Iperconnessi, attivi e multitasking: ecco chi sono i nostri interlocutori oggi
L’utente contemporaneo è iperconnesso (always on, direbbero gli anglofoni), attivo (crea contenuti, li veicola e partecipa alle conversazioni) e multitasking (ha la capacità di inserire le attività digitali in un flusso più ampio di azioni, anche offline). Chi rappresenta al meglio questa categoria di utenti? Sicuramente i Millennials, ovvero i nati fra gli anni ‘80 e il Duemila, una generazione che si appassiona alle storie ma non si fida dei messaggi pubblicitari.



#4 Tutte le aziende hanno una storia da raccontare, basta solo sapere a chi e come raccontarla
Tutto quello che un’azienda ha fatto in passato e fa quotidianamente costituisce il suo capitale narrativo. Più un’azienda riesce ad entrare in profondità nella vita delle persone attraverso le storie e i messaggi che veicola, più forte sarà la relazione che instaura, avviando dialoghi destinati a durare nel tempo. I consumatori oggi scelgono anche in base alle emozioni e alle esperienze.
#5 I brand devono coinvolgere i propri interlocutori su un piano diverso da quello della vendita
I consumatori moderni affidano le proprie scelte di consumo ai brand che li rappresentano a livello valoriale. Chi compra restituisce un valore alla marca, condividendone le scelte. L’obiettivo del marketing resta la vendita, ma il coinvolgimento degli acquirenti ha a che fare con le emozioni e i valori in cui un’azienda o un brand crede.
#6 Lo storytelling è un processo strategico di costruzione del valore
Scrivere storie ed esperienze interessanti non direttamente pubblicitarie è un lavoro ormai necessario per meritare il tempo e l’attenzione delle persone. Un brand che si racconta definisce un’ambizione che va oltre le aspirazioni commerciali. Ecco perché è necessario costruire progetti narrativi efficaci. Storie verosimili che sappiano coinvolgere gli utenti e smuoverne le leve emotive.


#7 Il tone of voice sui social è l’atmosfera semantica ed emozionale che viene costruita dalla comunicazione di un brand
Chi siamo sui social? Il nostro approccio comunicativo rispecchia il nostro sistema valoriale? È in linea con la nostra storia? Stiamo parlando la stessa lingua dei nostri utenti o il nostro comunicare è troppo altisonante? Partiamo da queste domande per ricavare le giuste informazioni che ci consentono di mettere a fuoco il nostro tono di voce. Sui social, ma anche in altri contesti comunicativi legati al digitale.
#8 Le persone non si fidano più dei messaggi pubblicitari, ma continuano a fidarsi delle persone
Il consumatore di oggi è esposto a una vasta pluralità di messaggi pubblicitari. Questo accanimento pubblicitario ha abbassato la sua soglia di attenzione, portando ai minimi storici la sua fiducia per il sistema pubblicitario. Il processo decisionale di acquisto a questo punto viene modulato sulla base di raccomandazioni, contenuti pertinenti e scambio di informazioni tra persone. Un sistema comunicazionale human to human alla cui base ci sono la trustability e l’autorevolezza del soggetto che fornisce informazioni o suggerimenti.



#9. L’influencer è qualcuno che acquisisce la fiducia di chi lo segue ed è capace di condizionarne i gusti e le scelte
Come inserirsi nel flusso relazionale degli utenti se la loro soglia di attenzione legata ai messaggi pubblicitari è ai minimi storici? Una strategia di influencer marketing efficace riesce a integrarsi armoniosamente in tale sistema di interazioni, trasformandosi così in una irrinunciabile opportunità di business per le aziende. La sfida è costruire un coinvolgimento emotivo senza tradire le dinamiche più concrete, legate alle esigenze del mercato.
#10 La connessione fra influencer marketing e content marketing è fortissima
Il contenuto è il mezzo attraverso il quale una campagna o un programma di influencer marketing si sostanzia, crea valore e risponde a specifici obiettivi di un brand. Un influencer non è un mero recensore di prodotti, ma un creator che, attraverso contenuti di qualità e cura costante della propria fanbase, accresce la propria autorevolezza presso l’audience di riferimento e arricchisce l’esperienza valoriale di un brand.



Spero che questi spunti siano interessanti per chi si sente ancora un po’ spaesato quando si parla di social media e di storytelling. Spero inoltre che siano anche una sorta di ripasso per chi è stato dei nostri a Milano, ad assistere alle lezioni e a godersi i diversi momenti di networking. Se hai delle domande, ti aspetto nei commenti, ma prima goditi il breve video e ancora qualche foto!








Hai perso l’occasione di partecipare a Take your social seriously? Restiamo in contatto, scrivimi un’email o lascia un commento, ti informerò sui prossimi appuntamenti di formazione.
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